Peter Pan

La storia di Peter Pan è stata portata sullo schermo in molte versioni diverse ma quella del 2003 è particolarmente interessante. Produzione australiana diretta da P.J. Hogan, con Jeremy Sumpter nel ruolo di Pan e Jason Isaacs in quello duplice di Uncino/Mr. Darling.Peter Pan 2003
La prima a considerare la tensione sessuale tra Wendy e Peter (non si sono mai dati un “vero bacio” se non in questo film) e soprattutto a fare una malinconica riflessione sull’eterno ragazzino. E’ proprio Uncino a sottolineare durante il duello finale che Wendy infine abbia scelto di crescere piuttosto che stare con Peter, figura maschile irrimediabilmente incompleta.
Essere Peter Pan per un giorno è il sogno di ogni bambino e sicuramente di molti adulti ma cosa significa realmente esserlo per la vita? Non voler crescere non è un atto di fantasiosa ribellione ma bensì di estrema codardia e per la prima volta Peter Pan appare sfumato da una nota melanconica. Non ha avuto il coraggio di diventare grande e per questo ha scelto di fuggire.

Pitch Perfect 2

“Aca-Wiedersehen bitches!”

IDDA’S SCORE: **

Pitch Perfect 2 (o nella sua non altrettanto efficace traduzione italiana “Voices”) torna nelle sale in questa caldissima estate libera da mondiali di calcio e competizioni sportive.
Il sequel alle divertenti avventure delle Bellas si presenta con circa la stessa trama, le stesse gag comiche e lo stesso humor.
E nonostante tutto funziona perché i mash-up delle canzoni sono semplicemente troppo belli; non importa che non siate fan del canto a cappella, questi remix sono frizzanti, divertenti e molto ben costruiti.Das Sound Machine

Ritroviamo le Barden Bellas più unite e affezionate che mai nonostante una tremenda figura di Ciccia Amy, di fronte a niente di meno che Barack Obama, rischi di minare l’uscita di scena dal college delle super campionesse dell’ ICCA Championship.
Per redimersi le ragazze si mettono alla prova sulla scena mondiale sfidando i temibili Das Machine, statuari e agguerriti campioni in carica direttamente dalla Germania.

Il ruolo di Beca (Anna Kendrick) in questo secondo capitolo è stato decisamente ridimensionato per lasciare spazio all’insaziabile Ciccia Amy (Rebel Wilson), l’insicura Chloe (Brittany Snow) e alcune new entry tra cui spicca sicuramente Emily (Hailee Steinfeld vista in Il Grinta dei Cohen), figlia di una famosa Bellas e impaziente di entrare a far parte del gruppo.
Molto più marginale il ruolo di Jesse (Skylar Astin) ancora fidanzato con Beca, e i suoi Ritmonelli ormai oscurati dalla fama della Bellas.
pitch_perfect_sd3Ritroviamo anche Bumper (Adam DeVine) e seguiamo marginalmente la sua storia d’amore con Ciccia Amy; ancora una volta un po’ troppo sopra le righe, soprattutto la traversata del lago, ma che energia nel duetto “We Belong”!
L’introspezione dei personaggi si fa un po’ più profonda: Beca accetta segretamente uno stage presso uno studio di registrazione e comincia a pensare al suo futuro dopo il college mentre scopriamo che Chloe continua a evitare di laurearsi proprio per paura di crescere al di fuori della Barden University.
Rincontriamo brevemente anche l’autoritaria Aubrey (Anna Camp) che aiuterà le ragazze a ritrovare la loro armonia sottoponendole a due giorni di addestramento militare canoro per poi deliziarci con un coretto di “Cups”, canzone con cui Beca aveva vinto il provino nel primo capitolo del film.
E l’immancabile duo formato da John e Gail (John Michael Higgins e Elizabeth Banks, qui anche regista) e i loro divertentissimi commenti alle performance.

Curiosità: a seguito del precedente capitolo lo stimatissimo giornalista Roger Ebert scrisse che non capiva bene a chi stessero indirizzando questo live comment. Alle televisioni? A una radio? In questo secondo capitolo si fa specifico riferimento a un new-pitch-perfect-2-trailerpodcast…che anche loro abbiano letto la recensione di Ebert?

Pitch Perfect 2 piace per la buona musica intelligentemente remixata, il siparietto di Snoop Lion e il suo singolo di Natale e soprattutto per le ragazze.
La trama potrà anche essere scontata (inevitabile l’utilizzo della canzone originale per battere i Das Machine) e alcune gag troppo tirate ma complessivamente le avventure delle Bellas rappresentano un piacevole diversivo in queste caldissime serate estive.

Rush

Rush è un film emozionante e adrenalinico per quanto riguarda le corse in macchina, risparmiandoci le assurdità alla Fast and Furios, e un bello spaccato sulla Formula Uno anni ’70 da noi ben poco conosciuta.

22076_pplMa la cosa più sorprendente, per chi Lauda l’aveva soltanto sentito nominare qualche volta dal nonno, è stata l’introspezione dei personaggi che ci ha coinvolti nel rapporto straordinario di competizione, invidia ma soprattutto rispetto che correva tra i due piloti.

Rush è una piacevole novità perché dimostra come gli eroi non siano le automobili ma chi le guida e non può far altro che alzare il livello qualitativo del genere.

Captain America – The Winter Soldier

The Winter Soldier trasforma il personaggio di Captain America che, per quanto più interessante di tanti altri eroi Marvel, non divenne il preferito di nessuno dopo la visione del primo film.Cap vs Winter Soldier
Ottima intesa con Black Widow, talmente convincente da apprezzare la loro amicizia più che sperare in un love affair.
Interessanti nuovi personaggi, il tutto condito da combattimenti corpo a corpo magistralmente .
Dunque Steve Rogers sempre genuino e puro d’animo ma al contempo disincantato, cosciente e forte come non l’avevamo ancora visto.

Troy

Quando Troy uscì al cinema, nell’ormai lontano 2004, ricordo che il giorno dopo saltammo la lezione di greco per subirci l’invettiva della mia Professoressa del liceo per l’onta fatta ad Omero.
E come darle torto.
Si può dire che la trama s’ispiri solo vagamente all’Iliade (qui Briseide uccide Agamennone e per poco anche la mia Prof), con un errore di fondo macroscopico nell’eliminare di netto gli Dei e il loro fondamentale ruolo nelle vicende di uomini che erano tutto meno che personaggi riflessivi e turbati come l’Achille interpretato da Brad Pitt.
Un esubero di soldati in CGI, set che sembrano rimasti intatti dalla HollyTroy - Achilles and Briseiswood Classica e dialoghi fondamentalmente ridicoli.
Eppure la scena finale di Achille-figo-vero-Brad genuflesso e morente che guarda Briseide negli occhi e sussurra “Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra” mi fa sempre provare quell’emozione da ragazzina ed è il motivo per cui continuo ad amare Hollywood, anche quando non è altro che pacchiana e luccicante.

 

Maleficent

“But, as many thought whenever they saw the graceful figure soaring through the air,
it took a great hero and a terrible villain to make it all come about.
And her name was Maleficent

IDDA’S SCORE: **

La Bella Addormentata Nel Bosco è tra le più popolari principesse Disney nonostante abbia sì e no una battuta nel celeberrimo cartone animato del 1959.

Al contrario, in Maleficent Aurora è una ragazza coraggiosa, intraprendente e dal cuore buono.
Eppure la vera protagonista della storia, che lo si voglia o meno, rimane inequivocabilmente l’alta figura tenebrosa la cui ombra proietta un paio di corna: Malefica, la quale merita decisamente di essere ai primi posti tra i migliori “cattivi” dell’universo disneyano.

Maleficent però presenta la storia sotto una luce ben diversa: una fata buona, una ragazza buona, è tradita da quello che dovrebbe essere il “vero amore”, perché spesso le persone fanno del male a coloro che amano per la brama di beni terreni e di gloria. Proprio come Stefano, che più di tutto desiderava diventare Re.

La scena più impattante del film è quella in cui, detto in minimi termini, un uomo avido deturpa una donna delle sue ali abbandonandola nel dolore e nella vergogna.
Quest’atto di crudeltà fa crescere il seme dell’odio in Malefica che sfoga il suo dolore maledicendo la figlia di Re Stefano, per poi prendtumblr_n6oz3fCvsp1sb94loo1_500ersi cura di lei mentre le fate buone ma impacciate (forse un po’ troppo, non sono amabili in questo film) cercano di proteggerla dal suo stesso incantesimo.

Passano gli anni e Malefica alleva la bambina nell’ombra, affezionandosi a lei fino ad amarla come una madre e a pentirsi della morte apparente cui l’ha condannata, tanto da mettere da parte la sete di vendetta verso Stefano e assumere, a tutti gli effetti, il ruolo di eroina.
Infatti, il suo amore per Aurora è talmente grande che avrà la forza di spezzare l’incantesimo che “nessun potere mortale” avrebbe sciolto.

In molti hanno parlato di questo film come un inno al femminismo: una donna ferita cresce con amore la bambina figlia del suo detu rpatore, la protegge dal suo stesso padre e seguaci (uomini malvagi e donne inermi) e infine la incorona Regina di un mondo fatato, in cui finalmente regna la pace.
Tuttavia credo che il tema più importante e innovativo sia legato al fatto che Malefica, nel suo ruolo di fata madrina, è il “vero amore” di Aurora.

Il film è una sorta di spin off di una favola classica come tanti se ne vedono ultimamente, con un CGI notevole ma a tratti confusionario e cambi di scena un po’ troppo repentini.
Eppure è ricco di qualcosa che nemmeno l’originale cartone animato del ’59 aveva, con tanto merito anche ad Angelina Jolie, spesso sottovalutata, e l’espressività del suo viso perfetto. Questa ricchezza sta proprio nella chiave di lettura che abbatte il dogma del tradizionale rapporto sentimentale tra uomo donna, presentando l’unico amore vero ed eterno: l’amore invincibile e potentissimo tra una madre e un figlio.

Birdman

“I’m nothing. I’m not even here”

IDDA’S SCORE: ****

Birdman si apre con un uomo seduto a gambe incrociate a mezz’aria e si chiude con lo stesso uomo che forse si è appena suicidato o forse ha spiccato il volo trasformandosi definitivamente nel suo supereroe alter ego.
Non è spiegato il perché né dell’incipit né della fine.
Addirittura nella scena iniziale l’inquadratura cambia prima di mostrarci come il personaggio torni con i piedi per terra.

Riggan followed Da quel cambio di scena però, iniziamo a seguire Riggan (Michael Keaton) attraverso un vortice caleidoscopico costruito su un unico piano sequenza, magistralmente accompagnato dalla travolgente colonna sonora di Antonio Sanchez. Correndo attraverso passaggi stretti, camerini e scale a chiocciola, siamo immediatamente catapultati nel dietro le quinte di un teatro a Broadway e resi partecipi della confusione mentale che pervade il protagonista.
Riggan è l’ombra di un attore una volta famoso grazie al suo alter ego Birdman, un supereroe alato che di certo non si aspettava di finire nel dimenticatoio e glielo ricorda costantemente con la sua voce aggressiva e invadente.
Oltre il pallido ricordo di un se più giovane e desiderato, a Riggan non rimane che un’ambiziosa pièce teatrale da lui scritta e diretta nella speranza di riacquisire legittimazione artistica e giustificare la sua avventura a Broadway.

Nei giorni che precedono la prima, Riggan cerca anche di aggiustare goffamente il resto della sua vita di cui fanno parte una figlia ex-tossica (Emma Stone) che ci regala il miglior monologo del film, l’ex moglie Sylvia (Amy Ryan), il migliore amico e co-produttore Jack (Zach Galifianakis, nel ruolo inaspettato di voce della ragione) e le colleghe Lesley e Laura (Naomi Watts e Andre Riseborough).

Film Fall Preview La precarietà del suo stato d’animo non migliora con l’arrivo di Mike Shiner (Edward Norton), un attore capriccioso, arrogante ma soprattutto sincero che lo pone senza remore davanti alla triste realtà della sua vita.

Michael Keaton ha creato un personaggio iper-loquace a tratti umoristico ma allo stesso tempo perennemente pervaso da un senso di melanconia che sfocia facilmente nella disperazione e nella rabbia.
Birdman è un film incredibilmente ricco a livello emotivo, satirico ma dolce, intimo ma diretto.
Grazie a una regia vibrante e mai troppo estrosa, Iñárritu ci trascina nella confusione che pervade Riggan senza prendere una pausa fino alla fine, che però non spiega. Forse per non guastare il realismo magico che circonda il film, per non sminuirlo d’importanza o semplicemente perché non ne vede il bisogno.

Del resto Birdman non è solo il fantasma di Riggan, così come alcuni sostengono Batman lo sia stato di Keaton; è l’alter ego di ogni uomo che viene dimenticato con il passare degli anni, il ricordo sbiadito di qualcuno che una volta è stato il migliore. Quasi come un supereroe che avesse perso i propri poteri.