La storia di Peter Pan è stata portata sullo schermo in molte versioni diverse ma quella del 2003 è particolarmente interessante. Produzione australiana diretta da P.J. Hogan, con Jeremy Sumpter nel ruolo di Pan e Jason Isaacs in quello duplice di Uncino/Mr. Darling.
La prima a considerare la tensione sessuale tra Wendy e Peter (non si sono mai dati un “vero bacio” se non in questo film) e soprattutto a fare una malinconica riflessione sull’eterno ragazzino. E’ proprio Uncino a sottolineare durante il duello finale che Wendy infine abbia scelto di crescere piuttosto che stare con Peter, figura maschile irrimediabilmente incompleta.
Essere Peter Pan per un giorno è il sogno di ogni bambino e sicuramente di molti adulti ma cosa significa realmente esserlo per la vita? Non voler crescere non è un atto di fantasiosa ribellione ma bensì di estrema codardia e per la prima volta Peter Pan appare sfumato da una nota melanconica. Non ha avuto il coraggio di diventare grande e per questo ha scelto di fuggire.
Movies Snapshots
Rush
Rush è un film emozionante e adrenalinico per quanto riguarda le corse in macchina, risparmiandoci le assurdità alla Fast and Furios, e un bello spaccato sulla Formula Uno anni ’70 da noi ben poco conosciuta.
Ma la cosa più sorprendente, per chi Lauda l’aveva soltanto sentito nominare qualche volta dal nonno, è stata l’introspezione dei personaggi che ci ha coinvolti nel rapporto straordinario di competizione, invidia ma soprattutto rispetto che correva tra i due piloti.
Rush è una piacevole novità perché dimostra come gli eroi non siano le automobili ma chi le guida e non può far altro che alzare il livello qualitativo del genere.
Captain America – The Winter Soldier
The Winter Soldier trasforma il personaggio di Captain America che, per quanto più interessante di tanti altri eroi Marvel, non divenne il preferito di nessuno dopo la visione del primo film.
Ottima intesa con Black Widow, talmente convincente da apprezzare la loro amicizia più che sperare in un love affair.
Interessanti nuovi personaggi, il tutto condito da combattimenti corpo a corpo magistralmente .
Dunque Steve Rogers sempre genuino e puro d’animo ma al contempo disincantato, cosciente e forte come non l’avevamo ancora visto.
Troy
Quando Troy uscì al cinema, nell’ormai lontano 2004, ricordo che il giorno dopo saltammo la lezione di greco per subirci l’invettiva della mia Professoressa del liceo per l’onta fatta ad Omero.
E come darle torto.
Si può dire che la trama s’ispiri solo vagamente all’Iliade (qui Briseide uccide Agamennone e per poco anche la mia Prof), con un errore di fondo macroscopico nell’eliminare di netto gli Dei e il loro fondamentale ruolo nelle vicende di uomini che erano tutto meno che personaggi riflessivi e turbati come l’Achille interpretato da Brad Pitt.
Un esubero di soldati in CGI, set che sembrano rimasti intatti dalla Hollywood Classica e dialoghi fondamentalmente ridicoli.
Eppure la scena finale di Achille-figo-vero-Brad genuflesso e morente che guarda Briseide negli occhi e sussurra “Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra” mi fa sempre provare quell’emozione da ragazzina ed è il motivo per cui continuo ad amare Hollywood, anche quando non è altro che pacchiana e luccicante.